[justify]Quante volte ci siamo chiesti come spiegare una cosa ad un bambino. Come spiegare la guerra, la sofferenza, la violenza, l’ignoranza, la discriminazione, la fame, il freddo, e ancora la cattiveria, l’oppressione, l’umiliazione, la vergogna. Quante volte avremmo voluto vedere il mondo con i suoi occhi: gli occhi di un bambino. Il grande apparato mediatico occidentale propone quotidianamente immagini di paesi e popolazioni dilaniate da guerre, carestie ed eventi di ogni tipo. I bambini sono vittime di mostruosi atti di terrorismo, rappresaglie, incursioni, vengono uccisi dalle mine, dai colpi dei cecchini oltre che dai consueti “nemici invisibili”: fame, epidemie, malnutrizione, freddo, mancanza di medicinali. Bambini ai margini di un universo nel quale ogni diritto è loro negato, che guardano ciò che accade con occhi che cercano speranza, i più indifesi di popolazioni travolte da una storia alla quale non appartengono più.Oltre l’ informazione e la globalizzazione mediatica, solo il “viaggio” può ricondurre la percezione del mondo alla sua essenza originaria, quell’ esperienza diretta che nasce dall’ emozione e procede nel percorso della riflessione verso la conoscenza che, per sua natura, deve essere condivisa nella comunicazione. Solo l’ immagine può percepire tale realtà, anche quando essa mostra volti apparentemente distesi nella quotidianità, nella famiglia, nei giochi, nella malinconia di milioni di bambini che percepiscono la negazione della loro piena esistenza. Essere bambini oltre le frontiere dell’ universo occidentale e ricco, subire pratiche tradizionali e religiose, convivere con riti e abitudini, crescere con povertà, malattie, conflitti e ambienti spesso ostili. Viaggiando a lungo in tutto il mondo per cogliere l’ articolata uniformità di questa condizione in una grande ricerca di immagini esalta il senso della vita e della bellezza che danno speranza e aiutano a cambiare, rifiutando i facili effetti emotivi di immagini di sofferenza e disperazione che comunicano solo impotenza. E’ un percorso attraverso i continenti, tra realtà e culture diverse, ma nelle quali la condizione di quell’ umanità è sempre presente nelle sue manifestazioni più evidenti e nascoste, un affresco artistico di sensazioni e immagini esclusive, originali, nella suggestione di colori, contrasti, volti e paesaggi dove lo spazio e il tempo scorrono in sensazioni immediate e raccontano le storie di quei bambini. In qualsiasi parte del mondo un bambino è la possibilità di dare un futuro migliore all’umanità. Nei suoi occhi c’è l’inconsapevole “forza della vita”, con i suoi occhi si può accendere la speranza di un mondo migliore.
Qui solo pochi esempi dei tanti reportages, pubblicazioni e mostre fotografiche da un archivio esclusivo anche su molti luoghi completamente cambiati e popolazioni scomparse,sempre con studi, ricerche, testi, articoli realizzati dall’ autore insieme alle immagini. Le foto sono pubblicate in bassa risoluzione quali esempi, sono disponibili gli originali in alta risoluzione e alta qualità e disponibili per richieste professionali.
Here only a few examples of the many reportages, editions and exhibitions about children of tradional peoples and tribes on the world from an exclusive archive also about completely changed places and populations disappeared, with studies, research, text, articles, made by the author with the images. The photos published here are only a few examples of reportages much larger for each themeAll images are in low resolution only as samples, the originals are available in high resolution and high quality and available
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